Lungo il Sile, con le cicogne

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Sant’Elena di Silea (Treviso) – Ogni viaggio è soprattutto un ritorno. Ne sa qualcosa Rodan, il maschio di una coppia di cicogne che per tornare dalla sua Malena percorre ogni anno tredicimila chilometri. Dal Sudafrica al villaggio di Brodski Varos, in Croazia. Tanto innamorato da volare su quello spazio senza fine ormai da cinque anni per ricongiungersi alla compagna che a causa di una vecchia frattura non riesce più a migrare.

Le cicogne vanno e ritornano. Ai loro grandi nidi. Che ogni anno diventano sempre più enormi. All’inizio dell’avventura amorosa pesano una ventina di chili e poi finiscono per arrivare anche a trecento. Come quello che guarda il Sile dall’alto del poderoso camino di casa Menuzzo, a Sant’Elena di Silea.

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Anche in questo microcosmo, in questo angolo del Parco, da qualche anno le cicogne vanno e tornano. Alcune restano perché, come Malena, non possono più volare. E allora i volontari della Lipu le ospitano in grandi voliere, con grandi nidi sui trespoli. Le cibano e le curano ogni santo giorno che Dio manda in terra. Altre si spostano di poco.

Hanno fatto casa su un traliccio della luce a Cendon. A Casale. Fino a Santa Cristina dove, all’ Oasi di Cervara, hanno trovato un’altra dimora ideale per metter su famiglia: due coppie, reintrodotte l’anno scorso con un progetto di Cassa Marca, ad aprile hanno dato alla luce tre piccoli. Di altre, invece, si perdono le tracce.
 
CentrocOCOGNE.gifMa se volete capire davvero chi sono questi uccelli che abitano il nostro immaginario collettivo, dovete bussare la porta del Centro cicogne di Sant’Elena di Silea. Il secondo nato in Italia e gestito dalla Lipu, dopo quello di Racconigi in Piemonte. E’ stato aperto nell’autunno 1992 quando di cicogne non c’era più traccia.

Le cronache raccontano che le ultime coppie, lungo il Sile, avevano nidificato a fine ‘600. Poi la storia le ha travolte e l’agricoltura intensiva del primo Novecento impedito ogni sporadico tentativo di nidificazione. Ci hanno provato ancora negli anni ’60 e ’70, ma senza successo: nonostante la taglia messa sui bracconieri, ogni nido veniva abbattuto e la cicogna finiva uccisa e impagliata.

“Lungo il Sile”, spiega Paolo Vacilotto, il volontario della Lipu che fin dall’inizio segue il Centro “ormai ce ne sono una decina. Ma in questi anni ne abbiamo rilasciate almeno cinquanta. Non tutte rimangono. La maggior parte vola verso altri luoghi e solo ogni tanto le rivediamo qui, attratte dall’ultima selvaticità di queste sponde. Quelle che per vari motivi non riescono più a volare le teniamo nelle voliere. Fanno da richiamo alle loro compagne”.

Il canto della cicogna non è una melodia. Picchia il becco e il suono che ne nasce è uguale a quello delle nacchere. Sono grandi e bianche con le piume delle remiganti nere. Qualche volta appare qui anche la cicogna nera che è una gran bellezza. Ma per ora è solo di passo.

Non è un caso che il nido più grande lungo il Sile domini questi 4 ettari di oasi dall’alto di casa Menuzzo, nota famiglia di imprenditori trevigiani. Per intenderci, quelli della Came di Dosson, leader mondiale nel campo degli automatismi per serramenti e dissuasori a scomparsa. Presenti al Pentagono come nella Città proibita di Pechino.

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Non è un caso perché, situazione abbastanza unica sia nel Veneto che in Italia, artefice illuminato e di fatto sponsor unico, decisamente discreto, del Centro Cicogne è il signor Angelo, grande appassionato di natura.

Quando negli anni Ottanta acquistò questo luogo, c’erano solo campi desolati e incolti. Oggi è un gioiello di biodiversità. Non solo cicogne, ma anche uno stagno che è un vero e proprio giardino botanico acquatico con specie originarie delle sponde del fiume, ma che erano scomparse.

Il Pentia, affluente del Sile, attraversa l’oasi e ospita ancora i gamberi. Il rarissimo Marangone minore guarda a vista, dall’alto dello stesso albero, i pesci dello stagno. Il Martin pescatore ogni tanto appare in veloce volo di ricognizione. Due cavalli e un asino si godono l’estate in un recinto elettrificato. Qualche scoiattolo salta da un ramo all’altro di una vecchia quercia.

Nei prossimi giorni le cicogne del Sile inizieranno il lungo viaggio di ritorno. Voleranno verso il Sud d’Italia, si spingeranno fino al Nord Africa. Lì trascorreranno l’inverno prima di riprendere il cammino a ritroso. Torneranno sul Sile verso marzo e aprile.

Giusto in tempo per metter su famiglia. Non va persa allora la giornata che il Centro della Lipu organizza per domenica 15 agosto. Porte aperte dalla mattina alla sera per salutarle. 
Info: 0422.919926-3283732087.

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