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Pier, trafitto da una freccia

novembre 20, 2012

Pier voleva tornare a casa. Almeno a morire. Ma a pochi metri non ce l’ha più fatta e si è disteso immobile in un prato.

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E’ lì che una vicina di casa della sua proprietaria l’ha notato e ha avvertito la sua famiglia umana: Pier, che ha 4 anni, aveva la testa appoggiata a terra. Una freccia di arco lo passava da parte a parte. Ma era ancora vivo.

E’ iniziata così la corsa dalle colline di Creazzo a una clinica attrezzata di pronto soccorso di Vicenza.

 Il veterinario che lo prende in cura,  Andrea Rubin, nel suo rapporto scrive: il gatto presenta un dardo infilato nel sottocute, tramite un foro di entrata nella spalla destra e uno di uscita nel fianco sinistro all’altezza della terza vertebra lombare, il soggetto si presenta in stato di forte shock ipotermico.

Il dardo è stato tolto con con anestesia totale.

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Le guardie zoofile della zona hanno cominciato il loro incessante lavoro interrogando i vicini, raccogliendo indizi, fino a scoprire che la parte della freccia usata per il lancio era stata tagliata, operazione ad hoc per nascondere la propria firma. Ed era stata eseguita sull’animale in agonia.

Le guardie zoofile hanno presentato denuncia contro ignoti, ma le indagini proseguono,

Pier non è l’unico animale domestico a essere stato torturato.

Il Coordinamento protezionista vicentino ha contato, nel 2012,  oltre cento animali d’affezione colpiti dai fucili da caccia, dal veleno, dalle trappole ed ora anche dalle frecce.

“L’altissimo numero di animali di proprietà vittime di questi atti delinquenzia”, spiega Renzo Rizzi, portavoce del coordinamento, dimostrano che la prevenzione e la repressione non funzionano, nonostante la legge 189/2004 preveda pene severe, fino a sedicimila euro di sanzione e 18 mesi di carcere per chi uccide con dolo un animale d’affezione.

Alla Procura chiedo di dotare gli agenti zoofili di tutti gli strumenti previsti, e di trattare questi reati con particolare attenzione, in quanto la morte violenta di un amico a quattro zampe, coinvolge emotivamente negativamente tutta la famiglia, bambini compresi”.