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Pet Therapy in Veneto: incontro a Verona

novembre 4, 2011

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L’asino ha fatto tanto per l’umanità. Ha portato acqua, ha lavorato nei mulini facendo girare la mola, ha trasportato le pietre per costruire i grandi palazzi, le case, le fabbriche. Nessun altro animale ha faticato tanto.

Sarà forse per riconoscenza che l’asino è oggi uno dei protagonisti della pet therapy. Ma anche perché è “docile, intelligente, paziente, coraggioso, empatico e affettivo. Perché aiuta a recuperare una comunicazione sincera, semplice e profonda basata sulla spontaneità e sul gioco. Ci spinge a riprendere fiducia in noi stessi”.

Lorena Lelli spalanca gli occhi e parla come un fiume in piena. Ha scoperto l’asino quasi per caso. Un regalo del padre arrivato al momento giusto. Siamo nella Bassa Padovana, a Polverara, fra Piove di Sacco e Legnaro. 

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E’ una sorpresa quando, appena fuori del paese, si gira per una stradina bianca e ci si trova davanti a un casale di campagna, un pioppeto e una ventina di pelosi a quattro zampe. E’ la Città degli asini. Qui si pratica l’onoterapia, ovvero terapie mediche e psicologiche legate agli asini.

Non è un caso: il Veneto è da sempre sensibile alle terapie assistite con gli animali. La Regione si è attivata già nel 2005 e dal 2009 è stata scelta dal Ministero per la Salute come base per il Centro di referenza nazionale che si divide l’impegno fra l’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie e l’Ulss 4 Alto Vicentino.

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La pet therapy in Veneto lavora anche con cavalli, coniglietti, cani, cavie, caprette, perfino maialini.

Sono molte, almeno una per provincia, le Aziende sanitarie coinvolte in quella che ormai non è più una sperimentazione, ma una vera e propria rete di esperienze sul campo che il 4 novembre, in occasione di Fiera Cavalli a Verona, presenterà le linee guida di una futura legge nazionale – fortemente voluta alla sottosegretaria veronese Francesca Martini, – che fornirà le regole per servizi pubblici e attività private in questo delicato settore socio-sanitario.

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In alcuni casi l’esperienza è decennale e fa parte anche delle attività di ospedali e case di riposo. Succede al Centro Zerbato di Tregnago, nel veronese, dove gli anziani sperimentano da un paio d’anni la felicità di accarezzare i cani in un progetto che tirerà le somme nel marzo 2012.

Succede al reparto di Pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove dal 1989 gli animali entrano in corsia e passano pomeriggi interi con i bambini. 

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E’ realtà al Policlinico padovano, nel reparto di Oncologia pediatrica e presto anche all’Istituto oncologico veneto che ha in programma un progetto sperimentale in collaborazione con il Centro di referenza nazionale di Montecchio Precalcino.

Per ora in ospedale entrano solo piccoli animali ma Lino Cavedon, responsabile del Centro vicentino, spera che prima o poi nei reparti arrivino anche i pony. Succede già a Roma, dove li puoi incontrare perfino in ascensore. E pure al milanese Niguarda che in casa ha ben sei cavalli per l’ippoterapia. 

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“In effetti abbiamo un bel progetto nazionale in corso con la Fise, la Federazione nazionale sport equestri”, spiega Cavedon, “che potrebbe arrivare anche in Veneto con un impegno focalizzato anche sugli ammalati di sclerosi multipla.

Al momento lavoriamo molto con i piccoli animali, in particolare i cani. L’Ulss 20 di Verona ha in corso un progetto sperimentale con bambini autistici e un altro in arrivo per cercare di recuperare piccole vittime di molestie sessuali. Qui in Veneto è un fiorire continuo di idee e progetti sulla pet therapy. 

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Stiamo per partire con l’aiuto a disabili adulti nei Centri diurni, con gli anziani delle Case di riposo, con i ragazzini difficili delle scuole per favorire una maggiore integrazione in classe.

Se mi chiede se credo davvero nella pet therapy, le rispondo che dopo 25 anni trascorsi a fare lo psicologo con una formazione classica , a un certo punto ho intuito il ruolo che il cane può avere come figura di mediazione per ricucire gli strappi e le ferite dell’anima. Siamo nati quasi spontaneamente come gruppo interdisciplinare.

Abbiamo lavorato e documentato dodici casi complessi proprio per capire fino in fondo se effettivamente il contatto con l’animale può aiutare. Beh, dopo tutti questi anni di impegno quotidiano, le dico che sì, noi crediamo molto in questo approccio. Anche nel rispetto e nella valorizzazione dell’animale che ci sta aiutando”.

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La Pet Therapy in Veneto, come e dove

VICENZA

Azienda Sanitaria Ulss 4
Centro di Referenza Nazionale “Interventi assistiti dagli animali?
Villa Bonin-Longare di Montecchio Precalcino
tel. 0445 868130 – centropettherapy@ulss4.veneto.it

PADOVA
Azienda Sanitaria Ulss 16
Via Frà Paolo Sarpi, 76
Cell. 333.7170760 – pet.therapy@sanita.padova.it

VERONA
Azienda Sanitaria Ulss 20
Centro per attività di Pet therapy
Piazza Lambranzi, 1, Marzana
tel. 045 807 5209 – canidavitamarzana@ulss20.verona.it

VENEZIA
Azienda Sanitaria Ulss11
Referente: Carmine Guadagno
tel. 041 2608350 /51 – carmine.guadagno@ulss12.ve.it

ROVIGO
Azienda Sanitaria Ulss19
Adria – tel.0426 940111

TREVISO
Azienda Sanitaria Ulss 9
referente Guido Darsiè
tel. 0422.480268 – gdarsie@ulss.tv.it

BELLUNO
Azienda Sanitaria Ulss 1
Via Feltre 57
Referente:Lucia Umattino
lucia.umattino@ulss.belluno.it – Tel.0437/943110

A Polverara, nella città degli asini

settembre 14, 2010

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Polverara (Padova) – “L’asino ha fatto tanto per il Mediterraneo. Ha portato acqua, ha lavorato nei mulini facendo girare la mola, ha trasportato le pietre per costruire i grandi palazzi, le case, le fabbriche. Nessun animale ha faticato tanto e adesso siamo in un?epoca in cui rischia di scomparire”.

Così lo racconta Predrag Matvejevic nell’ultima edizione del suo Breviario mediterraneo. Ma la letteratura d’ogni tempo è abitata dagli asini. Ne hanno scritto Apuleio, Fedro, Stevenson, Dostojeski, Montale, Carducci e mille altri.
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Perché l’asino? “Perché è docile, intelligente, paziente, coraggioso, empatico e affettivo. Perché aiuta a recuperare una comunicazione sincera, semplice e profonda basata sulla spontaneità e sul gioco. Ci spinge a riprendere fiducia in noi stessi. Per le sue caratteristiche di animale forte, mansueto e mai aggressivo. Indipendente ma molto collaborativo”.

Lorena Lelli spalanca gli occhi e parla come un fiume in piena. Anche lei è fra quelle che ha scoperto l’asino quasi per caso. Un regalo del padre (lui sì stregato degli asini) arrivato al momento giusto.
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Siamo nella Bassa Padovana, Polverara, fra Piove di Sacco e Legnaro. Le campagne sono un susseguirsi di casette, villette da geometri, capannoni, zone industriali e artigianali più o meno abitate. I vecchi casolari sono quasi completamente scomparsi. E’ l’infinita galassia padana di Marco Paolini. Quella che si è mangiata il Veneto.

E’ una sorpresa quando, appena fuori del paese, si gira per una stradina bianca e ci si trova davanti a un casale di campagna, un pioppeto e sedici pelosi a quattro zampe (il diciassettesimo arriverà a giorni). Artù ha due mesi e corre veloce attorno agli alberi. Poi si ferma. Annusa l’aria. Guarda la madre e riprende a correre. Sta sperimentando la vita.

Logo CA con nome.jpgSono arrivata nella Città degli asini.

Qui si pratica l’onoterapia, ovvero terapie mediche e psicologiche legate agli asini. Non è un caso:
poco lontano c’è l’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie dove da quest’anno esiste un Centro di referenza nazionale per le terapie con gli animali (la cosiddetta pet-therapy) voluto dalla sottosegretaria alla Salute Francesca Martini, e che porterà al varo di una legge quadro in questa materia.

La Città degli asini ne è coinvolta in pieno. Il Veneto è da sempre una regione sensibile alle terapie assistite con gli animali. Nel 2005 è stata creata una rete di iniziative che vede come capofila lo stesso Istituto Zooprofilatto con l’Ulss 20 di Verona e che ha interessato le aziende sanitarie di Venezia, Vicenza, Pieve di Cadore, Thiene, Legnago, Treviso, Pieve di Soligo e la Clinica pediatrica di Padova. A settembre si farà il punto su questa esperienza pilota.

“Questa nostra città è nata quasi per caso”, racconta Paolo Rossano, medico chirurgo fortemente coinvolto dalla medicina non convenzionale.

“Avevamo il nostro primo asinello e mia moglie Lorena che mi assiste in ambulatorio, si è accorta che quando, in attesa della visita, accompagnava i pazienti ad accarezzare Mosè, qualcosa in loro mutava. Erano meno ansiosi, più disponibili alla visita. E ancor più si vedeva la trasformazione, nel tempo, quando si trattava di bambini in difficoltà, anche autistici”.

 Nel recinto di Rossa, Rosa, Gilda, Cleo, Penny, Stella,Miki, Keka, Ciuffa – tutte salvate dal macello e rieducate al contatto con gli umani – i volontari della Città lavorano senza sosta. C’è da rifare la lettiera, sistemare il fieno, controllare gli zoccoli, portare a spasso i più piccoli.

Tenere d’occhio Mosè, Titano, Adamo – i padri di tutti gli asinelli – che chiedono attenzione dall’altro recinto. E accompagnare i bambini in terapia.

“Qui si pratica la scelta”, mi spiega Lorena, “Non portiamo fuori dal recinto gli asini, ma facciamo il contrario. I bambini entrano e gli asini li scelgono. Si avvicinano, li annusano, li studiano con tranquillità. E i bambini si fidano subito. Vorremo insegnare ai più piccoli, anche a quelli non in difficoltà, un nuovo modo di relazionarsi agli animali. Dove cani, gatti, asini non sono oggetti di consumo, ma anime viventi con una propria personalità”.
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Ogni caso è studiato a parte. E la terapia viene messa a punto da un équipe di medici, psicologi, veterinari, esperti in terapia assistita con gli animali. La Città degli asini lavora con le associazioni di famiglie con bambini autistici, disabili, ma anche con anziani.

E con persone per così dire “normali” che hanno voglia di entrare in questo universo. “Perché per molti di noi è il contatto profondo con gli animali che ci porta a riscoprire originarie emozioni e sensazioni. Chi lo capisce, come è successo a me, non torna più indietro”.

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Appuntamenti d’autunno
15 settembre, incontro “Le Emozioni come Note Musicali, l’Asino Direttore d’Orchestra”;
18-19 settembre e 9-10 ottobre, Corso “Primo Approccio con l’Asino”;
25 settembre, workshop esperenziale “L’Asino Trasduttore di Emozioni”;
2 ottobre, seminario “Felicità emotiva”;
17 ottobre, seminario “Vincere le proprie Paure”;
24 ottobre,seminario “Dissolvere la Tristezza”
30-31 ottobre: “Trasformare la Rabbia”.
Info: .tel. 346.3693246

Pet Therapy: dal 21 gennaio un corso a Montecchio Precalcino

gennaio 19, 2010

Personalmente non ho alcun dubbio sulla pet therapy. Vivo da sempre con cani, gatti e cavalli e oggi davvero non ne potrei fare a meno. Ho sperimentato sulla mia pelle quale significato può avere per il mio essere l’aver cura di un cavallo, giocare con i cani, accarezzare un gatto. Perfino aiutarli ad andarsene per sempre, quando c’è stato bisogno.

Nel Veneto la pet therapy è una realtà che ha ormai cinque anni e che vede in prima fila sia l’istituto Zooprofilattico che numerose Aziende sanitarie, quasi sessanta esperienze fra pubbliche e private e perfino, un anno fa, la creazione di una vera e propria rete regionale per questo tipo di terapie.

Fra le Aziende sanitarie coinvolte, una particolarmente attiva è quella dell’Alto Vicentino, a Montecchio Precalcino.
E’ qui che giovedì 21 gennaio parte il Corso di 1° livello per “Coadiutori dell’animale sociale: il conduttore cinofilo”  ospitato a Villa  Nievo Bonin Longare, via Europa Unita 12, che da un anno è il centro di riferimento nazionale per queste terapie con gli animali, in particolare con i cani.

Il  corso è rivolto a persone interessate ad intraprendere un percorso formativo per acquisire le competenze del “Coadiutore dell’animale”, in particolare del Conduttore Cinofilo. I Coadiutori dell’animale sono impiegati nelle
Equipe Operative dei Progetti di Pet-Therapy attraverso la programmazione e la valutazione dell’attività di relazione con l’animale, sono responsabili del monitoraggio dello stress e del benessere dell’animale durante le sedute e si
relazionano con il medico veterinario e con il referente di progetto.

Il corso prevede l’apprendimento di nozioni di
base circa l’etologia, il comportamento, l’educazione e l’addestramento dei  cani. Il superamento del corso di 1° livello permette l’accesso al corso di 2° livello.