Archive for gennaio 2010

La macchina degli abbracci

gennaio 30, 2010

I delfini non sono proprio dei bonaccioni. Da giovani si avventurano in branco a caccia di delfine e con loro non sono affatto teneri. Proprio come succede a certi ragazzi di razza umana che in gruppo adescano fanciulle. I galli, “grazie” alla capacità umana di selezionarli ai fini di una produzione sempre più massiccia di carne di pollo, possono trasformarsi in stupratori assassini e mettere ko interi allevamenti sterminando ogni gallina.
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Gli uccelli, nonostante il loro cervello dalle dimensioni davvero contenute, sanno essere molto intelligenti, mentre i cavalli, prede per eccellenza, non vi faranno mai capire quanto soffrono perché in questo modo si farebbero scoprire troppo vulnerabili e facili prede. Per non parlare delle strane paure delle mucche…

E’ il mondo degli animali, visto con gli occhi di una grande studiosa, quello che va in scena nel libro “La macchina degli abbracci” di Temple Grandin, edizioni Adelphi. Confesso che questo libro mi ha stupito. Non conoscevo Grandin. Non mi ero mai avventurata nel mondo dell’autismo. E questo suo lavoro è stata una gran bella scoperta, soprattutto per coloro che amano e vivono con gli animali.

Oltre quattrocento pagine che ti rotolano addosso, con riferimenti psicologici e scientifici messi a punto con grande sapienza e semplicità divulgativa. In primo piano soprattutto il comportamento delle mucche e dei cani. Ma scopriamo anche il mondo dei pesci e quello degli uccelli.

Sono quindi gli animali guardati con lo sguardo attento di una donna autistica i protagonisti di questo libro. Lei che a diciotto anni si è costruita una macchina per gli abbracci. Aveva visto che le mucche diventavano mansuete dentro la gabbia di contenimento usata dal veterinario per visitarle, e aveva intuito che uno strumento simile avrebbe potuto calmare anche lei. Così, con due assi di compensato che si stringevano dolcemente ai lati di una panca, realizzò lo strano congegno. Che funzionò a meraviglia.

E Temple, giovane autistica con molti problemi di relazione, capì di avere una speciale affinità con gli animali. E capì che per essere felice avrebbe dovuto studiarli e stare con loro il più possibile. Quel che non sapeva è che varie altre – e non meno spiazzanti – scoperte avrebbero fatto di lei uno dei più famosi esperti del comportamento animale. E’ stato ed è ancora il suo riscatto.

Ma che cosa hanno allora in comune gli individui autistici e gli animali? Rispondono agli stimoli esterni in modo diverso dalla norma, e tuttavia secondo regole precise, con un linguaggio interiore coerente e un’attenzione concentrata su particolari visivi, uditivi e tattili che a noi sfuggono del tutto. Per Temple, incapace di capire i rituali della socialità, un abbraccio non è, ad esempio, che un sovraccarico sensoriale di impulsi contraddittori. Ecco perché deve rifugiarsi dentro una macchina, se vuole provare senza complicazioni quel piacere.

Agli animali capita lo stesso con una grande varietà di stimoli, che interpretano secondo i loro codici specifici. Un impermeabile giallo appeso a un cancello per noi non ha alcun significato particolare, ma per una mucca è un segnale, che può scatenare reazioni di panico. Per un cavallo anche un’ombra potrebbe apparire minacciosa. Per scoprire questa correlazione inaspettata occorre una mente fuori dal comune, in grado di vedere la realtà dal punto di vista dell’animale.

Oserei dire che non serve essere per forza autistici per capire gli animali. Basterebbe guardarli per quello che sono, esseri viventi e pensanti. Che gioiscono e che soffrono, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico. Basterebbe accoglierli come compagni di strada, piuttosto che “accessori” alla nostra vita. Una bella scommessa e un’occasione di crescita per noi umani

Perché capire il linguaggio degli animali non è solo un’avventura intellettuale, ma anche un modo concreto per imparare a comunicare con loro: grazie a questa donna autistica e al suo affascinante mondo interiore, oggi siamo in grado di farlo un po’ meglio.

Temple Grandin è la testimone della profonda empatia che, lo vogliamo o meno, ci lega agli animali, anche se spesso non ce ne rendiamo contro. Con gli autistici, cani, cavalli, mucche e tutti gli altri condividono un pensiero non verbale: «L’autismo – scrive Temple – è una sorta di stazione intermedia sulla via che porta dalle bestie all’uomo, il che pone le persone autistiche in una posizione perfetta per tradurre il “linguaggio animale” in linguaggio umano. Io riesco a spiegare agli esseri umani perché gli animali fanno ciò che fanno».

Forse per questo metà dei capi di bestiame allevati negli Stati Uniti e in Canada viene macellata all’interno di sistemi progettati da Temple Grandin in modo da ridurre al minimo le loro sofferenze. Solo lei – nel frattempo diventata professore di zoologia all’università del Colorado – poteva sapere come trattarli.

Dacia Maraini, la caccia e i cervi del Cansiglio

gennaio 27, 2010

La vicenda del cervo abbattuto in Cansiglio qualche giorno fa da due bracconieri e dell’intervento dei Carabinieri di Vittorio Veneto ha scomodato perfino la reazione indignata di Dacia Maraini.

La scrittrice ha scritto ieri alla sezione trevigiana della Lac, la Lega anti caccia, chiedendo di ringraziare, anche da parte sua, i Carabinieri di Vittorio Veneto per la loro attività di antibracconaggio.

“Mi unisco ai ringraziamenti agli uomini del Servizio antibracconaggio della stazione Carabinieri di Vittorio Veneto”, scrive Dacia Maraini. “E’ grazie a persone come loro se l’Italia resiste e mantiene una identità di paese civile. Grazie soprattutto sapendo quanto è facile cedere alle lusinghe del ‘Lasciare correre’, della connivenza più o meno consapevole, del ‘Tanto fanno tutti così’ e del ‘Fare finta di niente’.
In un paese che scivola verso l’anarchia più irresponsabile e verso l’illegalità più diffusa, quei carabinieri dovrebbero essere additati all’opinione pubblica come esempio.
Se potete, ringraziateli da parte mia, e da parte di tutti i bellissimi cervi che hanno il diritto di vivere in pace, con moltissima solidarietà e stima.”

Va segnalato un articolo, Quei (giusti) limiti alla libertà di cacciache la scriittrice ha pubblicato sempre ieri sul Corriere della Sera (nella sua rubrica Il sale sulla coda). Anche questa volta un attacco al partito dei cacciatori e a tutti coloro (parlamentari compresi) che vorrebbero renderla possibile tutto l’anno e non come oggi solo per alcuni mesi.

Nel video di Renato Bortot, un cervo solitario in Cansiglio, nel periodo autunnale degli amori.


Freddo, freddo, freddo: una ricetta per merli, cinciallegre, pettirossi….

gennaio 25, 2010

Ancora freddo e forse neve sul Nord. E il Veneto, in questa ultima settimana di gennaio, non sarà da meno.A parte i consigli di veterinari ed esperti che ci consigliano di tenere in casa i cani più freddolosi, potremmo fare qualcosa per gli uccellini che fanno fatica a trovare da mangiare.

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Ecco la ricetta per tortine appetitose che sarannon apprezzate da Merli, Storni, Cinciallegre, Cinciarelle, Cincia Mora, Pettirosso, Passero d’Italia, Passera mattugia, Fringuello, Verdone, Ballerina bianca, Tortora dal collare orientale, Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Codirosso spazzacamino, Gazza, Ghiandaia.

Ingredienti:
0,5 kg circa di farina di frumento per dolci
1 kg circa di farina per polenta di mais giallo
0,5 kg circa di zucchero (possibilmente grezzo) 
Almeno 4 confezioni di margarina vegetale da 250 grammi

Ingredienti facoltativi:
una bustina di uva passa
1 o 2 mele tagliate a cubetti
fichi secchi tagliati a cubetti o strisce
un etto di semi di girasole
1 bicchiere di riso crudo
1 o 2 bustine di pinoli
Una manciata di riso soffiato (per cani)

Si mettono in una terrina tutti gli ingredienti con l’esclusione della margarina. Si mischia tutto in modo da creare un prodotto il più possibile omogeneo. A parte si mette in una pentola la margarina e la si scalda a fuoco medio fino alla sua completa fusione. Si versa la margarina fusa sopra nella terrina sopra il miscuglio. Si mischia il tutto con un cucchiaione o con le mani sino ad ottenere un impasto il più possibile omogeneo. Con le mani si formano delle tortine a forma di palla (evitare di comprimerle troppo) che si mettono a raffreddare a parte.

Le tortine vanno date agli uccelli in luoghi non accessibili a cani e gatti perché appetitose anche per loro. Possibilmente vanno messe su davanzali, sopra i tetti, tra i rami degli alberi, ecc. Non appena qualche Pettirosso o Cinciarella si accorgerà della leccornia non mancheranno le successive scorribande di Passeri, Storni e Merli. Nelle giornate invernali di neve o gelo se si fornisce questo od altri alimenti per uccelli riduce o elimina la mortalità dei piccoli passeriformi che nell’arco di un inverno raggiunge anche il 70% di una sola popolazione.

Cansiglio: beccati due bracconieri con un cervo

gennaio 23, 2010

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Se ne tornavano a casa, dopo una battuta di caccia in Cansiglio. Se ne tornavano baldanzosi, immagino, con preda al seguito. Morta ammazzata ovviamente: un magnifico cervo. Ma, dalle parti di Vittorio Veneto hanno incontrato i Carabinieri…

Nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 i Carabinieri della Stazione di Vittorio Veneto hanno fermato a Fregona, in via Anzano, un pick up con a bordo tre uomini che trasportavano un cervo appena abbattuto. Al volante un quarantaquattrenne di Cappella Maggiore, operaio già conosciuto ai Carabinieri per atti di bracconaggio, gli altri due erano un trentaduenne di Sacile e un trentaquattrenne di Vittorio Veneto. Subito dopo i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione a casa del conducente del mezzo rinvenendo e sequestrando ben 60 cartucce da caccia grossa ed un pugnale detenuti illegalmente.

I tre sono stati denunciati alla Magistratura per i reati di bracconaggio, porto abusivo di arma da sparo, furto ai danni dello Stato e detenzione abusiva di armi e munizioni.

Il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vittorio Veneto, Capitano Giancarlo Carraro, ha spiegato che in questo particolare periodo dell’anno gli animali selvatici della foresta del Cansiglio, non trovando sostentamento ad alta quota, sono costretti a scendere a valle per cercare cibo. Questa abitudine è ben conosciuta da alcuni bracconieri, ma anche dalle Forze dell’ordine.

Lega anticaccia e Lega antivivisezione si costituiranno parte civile nel processo contro i tre bracconieri.

Al salvataggio di rospi e rospetti: volontari cercansi

gennaio 22, 2010

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Rieccoli in pista i generosi volontari che ogni anno, sul far della primavera, si mettono a caccia di piccoli rospi per aiutarli ad attraversare le strade e impedire così che rimangano vittime delle auto. In sette anni di impegno, dal 2003 al 2009 nel Trevigiano ne hanno salvati più di 170 mila (ma 15mila sono rimasti uccisi).

Già questo sabato e domenica in molti andranno sul Montello e verso i laghi di Revine per sistemare le barriere che li aiuteranno a salvare i rospi impedendo che ogni giorno un invisibile esercito di piccoli esseri indifesi ed apparentemente insignificanti, rimanga vittima delle strade, dell’inquinamento e dell’urbanizzazione che distrugge inesorabilmente l’habitat e li riduce in spazi sempre più ristretti.

Ogni volontario
, in strada dalle 18 alle 22, sarà  munito di giubbino rifrangente, torcia (ricaricabile), guantie secchio. Si tratta solo di fare delle passeggiate lungo il ciglio della strada, raccogliere il rospo che si accinge ad attraversarla e dargli un passaggio fino all’altro lato. Purtroppo il tratto di strada da coprire è lungo molti km e per questo occorrono molti volontari. 

Gli interessati e aspiranti salva rospi (leggete le testimonianze di chi lo ha già fatto) possono telefonare ai coordinatori del Progetto Rospi: Monica 347.0827639 (dopo le 18.00) per l’area del Montello; Adriano 347.5931683 per Revine, Michelangelo, 348.2207051, per Segusino.
Oppure scrivere alle sedi trevigiane di Enpa treviso@enpa.org e Lac lacveneto@ecorete.it.

Da parte sua, il Parco dei Colli Euganei ha provveduto a creare sottopassaggi che, assicurano gli esperti, hanno già salvato migliaia di rospetti. Ecco come:

A caccia tutto l’anno?

gennaio 20, 2010

In Commissione Politiche europee del Senato, oggi è stato approvato un emendamento che aveva fatto molto discutere le associazioni animaliste e ambientaliste italiane: quello presentato dal senatore Pdl Giacomo Santini che ripropone la cancellazione dei limiti alla stagione venatoria, che ora va dal primo settembre al 31 gennaio.

Immediata, su web (e non solo), la risposta delle associazioni Altura, Amici della terra, Enpa, fare Verde, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Birdlife Italia, Memento naturale, WWF Italia , Associazione vittime della caccia, No alla caccia, Oipa, che parlano di un “ennesimo assalto agli animali selvatici”.

“Quanto è successo”, denunciano le associazione “è  grave, non solo perché a presentare l’emendamento è stato addirittura il relatore della
legge Comunitaria
, appunto il senatore Santini, che dovrebbe invece operare perché le procedure di
infrazione siano risolte e non acuite. Il fatto è gravissimo anche perché l’emendamento aveva
ricevuto parere negativo dell’ISPRA, formalmente richiesto dalla stessa Commissione del Senato, ed
era stato più volte bocciato, in precedenza, da Governo e varie Commissioni parlamentari”.

 


Caccia sporca: un libro e quattro incontri a Villorba, Conegliano, Treviso e Castelfranco

gennaio 20, 2010

Da quando vivo in campagna la caccia rappresenta una presenza quasi quotidiana. Durante la stagione, nei campi attorno a casa, incontro signori con doppietta e cani ansiosi, piombo abbandonato qui e là, gabbiette con piccoli uccelli rinchiusi. Un’opinione sulla caccia ce l’ho da un pezzo, diciamo da almeno trent’anni. Ma il libro di Riccardo Bottazzo, un giornalista che scrive per Carta, è riuscito a farmi indignare ancora. E a stupirmi.

“Caccia Sporca” affronta senza mezze parole il meccanismo della caccia in deroga che permette di abbattere specie di uccelli protette, la “tradizione”  dei roccoli, vere e proprie strutture di bracconaggio finanziate con denaro pubblico, leggi regionali che permettono di sparare a cani e gatti, la strage di centinaia di migliaia di esemplari delle specie passeriformi, l’uso di richiami vivi, l’inquinamento da piombo provocato dai cacciatori, i tragici incidenti che puntualmente in ogni stagione venatoria avvengono tra le doppiette e tra i non cacciatori. 

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Caccia Sporca, realizzato dal Gruppo Regionale Verdi in collaborazione con il Coordinamento protezionista del Veneto (Cpv) e  in vendita in edicola a 7 euro abbinato al settimanale “Carta”, viene presentato in provincia di Treviso in quattro incontri dal 22 gennaio al 15 febbraio a:

Villorba, venerdì 22 gennaio, ore 18.30
Con Andrea Zanon (Lac) e Gianfranco Bettin (consigliere regionale dei Verdi) alla Libreria Lovat di via Isac Newton 

Conegliano, giovedì 4 febbraio ore 20.45
nella Saletta teatro Dina Orsi. Con Andrea Zanoni presidente LAC Veneto ed Adriano De Stefano Presidente Enpa Treviso

Treviso, lunedì 8 febbraio, ore 20.45
Al dopo Lavoro Ferrovieri di Via Binzi, n.86. Con Andrea Zanoni presidente LAC Veneto

Castelfranco Veneto, lunedì 15 febbraio, ore 20.45

in  Sala Guidoni della Biblioteca Via dell’Abaco. Con Andrea Zanoni presidente LAC Veneto e il maestro Bepi De Marzo dei Crodaioli.

Pet Therapy: dal 21 gennaio un corso a Montecchio Precalcino

gennaio 19, 2010

Personalmente non ho alcun dubbio sulla pet therapy. Vivo da sempre con cani, gatti e cavalli e oggi davvero non ne potrei fare a meno. Ho sperimentato sulla mia pelle quale significato può avere per il mio essere l’aver cura di un cavallo, giocare con i cani, accarezzare un gatto. Perfino aiutarli ad andarsene per sempre, quando c’è stato bisogno.

Nel Veneto la pet therapy è una realtà che ha ormai cinque anni e che vede in prima fila sia l’istituto Zooprofilattico che numerose Aziende sanitarie, quasi sessanta esperienze fra pubbliche e private e perfino, un anno fa, la creazione di una vera e propria rete regionale per questo tipo di terapie.

Fra le Aziende sanitarie coinvolte, una particolarmente attiva è quella dell’Alto Vicentino, a Montecchio Precalcino.
E’ qui che giovedì 21 gennaio parte il Corso di 1° livello per “Coadiutori dell’animale sociale: il conduttore cinofilo”  ospitato a Villa  Nievo Bonin Longare, via Europa Unita 12, che da un anno è il centro di riferimento nazionale per queste terapie con gli animali, in particolare con i cani.

Il  corso è rivolto a persone interessate ad intraprendere un percorso formativo per acquisire le competenze del “Coadiutore dell’animale”, in particolare del Conduttore Cinofilo. I Coadiutori dell’animale sono impiegati nelle
Equipe Operative dei Progetti di Pet-Therapy attraverso la programmazione e la valutazione dell’attività di relazione con l’animale, sono responsabili del monitoraggio dello stress e del benessere dell’animale durante le sedute e si
relazionano con il medico veterinario e con il referente di progetto.

Il corso prevede l’apprendimento di nozioni di
base circa l’etologia, il comportamento, l’educazione e l’addestramento dei  cani. Il superamento del corso di 1° livello permette l’accesso al corso di 2° livello.

La transumanza nel Trevigiano

gennaio 17, 2010

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Sono arrivate. Sciamano rumorose e un po’ invadenti. Belano, si rincorrono, cercano i loro cuccioli nati strada facendo, temono i cani, circondano gli asini piccoli e grandi al seguito. Scuotono le teste e fan suonare i campanacci.

Sono arrivate anche quest’anno e in qualche modo annunciano che la fine dell’inverno è ormai vicina. A guidarle è Omar. Uno dei trenta pastori superstiti fra Veneto e Trentino. Per la maggior parte, a dire il vero, sono di Trento, come Omar. Con il gregge – e questo qui che occupa campi e strade conta oltre settencento animali belanti – lascia le montagne trentine a ottobre e comincia a scendere. Incurante delle città e del loro traffico.

I pastori, emblema di un mondo che nonostante tutto esiste ancora in qualche angolo, conoscono antiche strade. Frazioni ignote. Sterrati difficili. Campi ospitali per la notte per le settecento anime che devono pur fermarsi ogni tanto. E sembra impossibile che ce ne siano ancora di campi disponibili. Abbastanza grandi per contenerle tutte. 

Quando le strade diventano ostili, lassù in montagna, Omar lascia il camioncino – che è la sua casa – e carica gli asini di ogni fardello. E va avanti. Scende, scende fino al Po. In un viaggio di andata e ritorno che si ripete da secoli.

Domattina, quando uscirò di casa, non le vedrò più le pecorelle. Omar sa che all’alba dovrà già mettersi in viaggio. Non conosce i nomi dei paesi che supererà. La transumanza l’aveva sempre fatta passando per il Veronese, ma quest’anno ha dovuto scegliere la Marca. Non teme neppure le autostrade. In qualche modo riesce ad aggirarle e a portare tutte le pelose sane e salve al traguardo.

Fra le anse del Po ci resta fino a maggio o giugno. Poi, con il caldo alle porte, dopo aver tosato e venduto la lana, inverte la marcia e torna in montagna. In pianura, con la lana,. lascia anche gli agnellini, vittime innocenti e sacrificali delle tavole pasquali.

Per chi fosse interessato a questo mondo in via di estinzione – leggi pastori e pastorizia – segnalo un libro che è uscito lo scorso novembre e che vale la pena di leggere: “Transumanze: sulle tracce degli ultimipastori del Triveneto”  che raccoglie oltre 250 immagini, riprese dall’autore, che è Adolfo Malacarne di Lamon nel Bellunese, nel corso di vent’anni. E’ in questo arco di tempo che Malacarne ha seguito gli ultimi testimoni di questo antico mestiere a diretto contatto con la natura. Condividendone disagi, sofferenze e silenzi, e giungendo a
documentarne la vita.

Ma l’uscita del libro è stata l’occasione anche per presentare ufficialmente la nascita di una nuova Associazione che riunisce tutti i pastori del Triveneto. Interessante…appena ne so qualcosa di più, vi faccio sapere.

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Haiti, i cani in soccorso delle vittime del terremoto

gennaio 15, 2010

Sono loro, i cani, assieme ai loro compagni umani, i primi ad essere arrivati nell’ìsola caraibica per cercare, annusare, scavare, salvare i superstiti del terribile terremoto.

Squadre cinofile sono partite dagli Usa, dal Messico, dalla Spagna e dalla Francia, perfino dalla Cina. La loro è stata una corsa contro il tempo e contro la morte. Il fiuto eccezionale di questi cani e la loro capacità di infilarsi nelle più strette fessure, fra i cumuli di macerie, per molti haitiani ha fatto la differenza tra la vita e la morte.

Lo scorso aprile, in Abruzzo, spiega il vicequestore aggiunto Giovanni Quiglini, responsabile delle unità cinofile e a cavallo del Corpo Forestale dello Stato, “quegli splendidi animali hanno svolto davvero un grande lavoro. Senza di loro molte persone non avrebbero potuto essere salvate2. Grazie. Anche a loro.

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