Archive for ottobre 2010

In Cansiglio, con i cervi in amore

ottobre 15, 2010

Cervo maschio lungo il sentiero in Cansiglio.jpg
Erano già lì nell’ 800. Poi se ne andarono. Ci sono tornati vent’anni fa, in una decina. Ora saranno almeno duemila, tremila, uno più uno meno.

Per i cervi del Cansiglio questi sono i giorni dell’amore. Sono le notti giuste per andare nei boschi ad ascoltare il bramito dei maschi che si affrontano per contendersi la compagna. Suoni cavernosi che moltiplicano le eco nella foresta. Voci intense e inquietanti.



Sono animali che si spostano molto i cervi. Oggi sono sul Fadalto e domani te li ritrovi ad Aviano.

Hanno scelto il Cansiglio perché è un luogo facile per loro. Protetto dalla foresta, pochi rumori, strade tranquille. Grandi pascoli d’erba fresca, solo quest’anno in parte recintati dagli agricoltori che lamentano visite troppo frequenti e in certi casi dannose per le colture. 

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Ma il Cansiglio è anche un luogo ferito nel profondo  dai bracconieri che vanno a caccia di trofei. Professionisti che si muovono su ordinazione. Chi conosce quel mondo sommerso, sa bene che un cervo maschio da un quintale può valere fra i 5 e i 7mila euro.

Così tanto qualcuno è disposto a spendere per appendersi al muro il trofeo di una bella testa senza vita.

Sono animali che, malgrado loro, si trovano nel bel mezzo di tensioni politiche. Guardati a vista e protetti da Mountain Wilderness. Da un paio d’anni, verso primavera si ipotizza l’ abbattimento programmato di alcune centinaia di capi. Poi viene l’estate e, fortunatamente, la decisione viene rinviata all’anno successivo.

Nel frattempo, in queste notti di primo autunno, mentre la foresta cambia colore, i cervi pensano all’amore.

Se avete voglia di ascoltarli, cogliete al volo la proposta del Centro di educazione ambientale Vallorch: sabato notte, 16 ottobre, ultima visita guidata alla ricerca dei cervi.

La visita del Martin Pescatore

ottobre 13, 2010

Martin_pescatore-800.jpgAbito non lontana dalle risorgive del Sile. Abbastanza vicina quindi dal Parco regionale di questo fiume incredibile, uno dei maggiori d’Europa per lunghezza, un’oasi per fauna e flora a due passi dalla città.

Mi era capitato di avvistare in giardino un’ upupa, ascoltare le civette nottetempo, intravedere una poiana in battuta di caccia sopra le pannocchie ormai mature.

Ma non avevo mai incontrato un Martin Pescatore. Mi è successo una domenica mattina, aprendo gli scuri del bagno. La sera prima, chiudendoli, non mi ero accorta di nulla.
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Invece era lì, bellissimo e senza vita. Un piccolo Martin Pescatore adagiato sulla pietra del balcone. Sorpreso da un gatto che lì ha voluto lasciarmi il suo trofeo? Ucciso da qualche cacciatore? Non lo saprò mai.

In questa zona del Trevigiano sono tanti gli uccelli (e non solo) che nidificano o sono di passa. Dal Verdone al Pendolino, dall’Airone rosso alla Cinciallegra, dalla Ballerina bianca all’Usignolo di fiume. 

Alla palude di Morgano – che si raggiunge, provenendo dalla provinciale Badoere-Quinto, prendendo via Barbasso fino ad arrivare al Sile nei pressi di un grande edificio, un tempo ricco mulino a più ruote – va a caccia il Falco pescatore.

Mentre alla profonda Palude delle Cave di Carlesso – per arrivarci bisogna prendere via Fornaci, una stradina bianca nel comune di Morgano, che si imbocca proprio di fronte a via Barbasso- nidifica la Folaga e, d’estate, vi pastura l’Airone rosso. E anche la volpe vi scava le sue tane.

Vigonza, i Gheppi impallinati

ottobre 11, 2010

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Non voglio essere noiosa, ma avverto i naviganti che fino alla fine della stagione venatoria, questo blog darà conto di quanto sta succedendo là fuori.


Gheppio Ponte s Nicolò.JPG
Oggi parliamo di un Gheppio che il veterinario della Lipu padovana ha soccorso qualche giorno fa. Il dottor  Ferdinando Zanin, nel cuore della notte, ha ricevuto una telefonata che segnalava un rapace che zampettava in mezzo la strada a Vigonza.

logo_lipu.gifDopo essere stato soccorso e dopo aver fatto le radiografie, il veterinario ha riscontrato nel petto del gheppio (maschio) un pallino piuttosto grosso: era questo che lo rendeva incapace di volare per via di una lesione della muscolatura pettorale e la perforazione di un sacco aereo.  Non è stato possibile rimuovere al momento il pallino.

Sorte peggiore ha avuto uno sparviere femmina, recuperato a Polverara, con una frattura all’ulna sinistra e con resti di pallini nella zampa sinistra: è morta dopo uno stato di forte debilitazione.

Un altro Gheppio è stato recuperato sabato. Anche lui ferito e pieno di pallini. Le radiografie non mentono.

Gheppio di Ponte s. Nicolò.jpg

Piccola Maggy senza paura

ottobre 10, 2010

PiccolaMaggy _sola.jpgE’ trascorsa una settimana dalla morte di Margherita. Otto giorni per salutarla e per non scrivere nulla. Per stare ferma ad ascoltarla.

Non è stata una settimana facile per Nina. I primi giorni li ha trascorsi nell’angolo del campo da dove aveva assistito alla partenza per sempre della sua compagna.

E’ stato il veterinario a consigliarmi di tenere Nina vicino a noi in quei momenti. La morte non le avrebbe fatto paura. E quando Margherita non ci sarebbe stata più, avrebbe accettato. Non si sarebbe sentita abbandonata.

Ma ha sofferto. Tanto. Ha nitrito a lungo, tutto il primo giorno. E l’ha cercata in ogni angolo del campo.

Così sono andata là dove sapevo di trovare una piccola creatura da salvare e che sarebbe diventata la nuova compagna di Nina.
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Ci ho trovato Stella, una pony di età indefinita, grassa quel che basta per essere venduta a peso di carne, dolce e remissiva. Ok, viene con me. Ma dietro di lei a un certo punto compare un piccolo sgorbio. E’ la sua bambina, 4 mesi di titubanza e coraggio al tempo stesso.
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Ok, venite tutte e due con me. E così è stato. Per la serenità di Nina e la felicità di Vittorio che finalmente ha trovato un cavallo al suo livello.

Oggi Nina, Stella e Piccola Maggy sono una nuova famiglia. E Marghe le guarderà dal cielo.

Ad Arcugnano un lager per cani da caccia

ottobre 8, 2010

Un inferno. Per cani da caccia.

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Le Guardie della LAC e dell’ENPA di Vicenza, appena entrate in quello che si può definire un vero e proprio lager, si sono trovate davanti a una situazione di degrado ed abbandono, un’atmosfera nauseabonda.

Cani detenuti in gabbie con una decina di centimetri di sterco sul fondo, sopra il quale il proprietario gettava loro torsi di pane vecchio e ammuffito.

Mercoledi scorso, 6 ottobre, le Guardie volontarie delle due associazioni, su mandato del P.M. di Vicenza, Paolo Pecori, hanno effettuato una perquisizione, ad Arcugnano nel vicentino, nella casa di un cacciatore di 59 anni.  C’era il dubbio, purtroppo confermato, che numerosi cani da caccia, bracchi tedeschi e setter, fossero tenuti in condizioni disperate.

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L’area che avrebbe dovuto essere il ricovero notturno di quelle povere creature era costituita da un bancale di legno anch’esso ricoperto da uno spesso strato di sterco. L’acqua, fornita in alcune ciotole, era sporca, stagnante e dall’odore nauseabondo. In alcuni box c’erano addirittura carcasse di carne cruda.

Tra i cani c’erano anche una mamma con un cucciolo di poche settimane, anch’esso circondato dalla sporcizia, un’altra gravida e altri ancora con piaghe, noduli e ferite non curate.

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Le Guardie volontarie, che hanno effettuato la perquisizione con massima professionalità, come sempre,  sono state aiutate da un veterinario, Andrea Calzavara, e una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Brendola.

Alcuni dei box erano così sporchi che il veterinario non è riuscito nemmeno entrare per visitare il cane che vi era rinchiuso.

Le Guardie volontarie hanno sequestrato 31 cani, mentre i carabinieri due fucili da caccia. Il proprietario è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali e di omessa custodia di armi.

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“Sembra quasi impossibile che ancora oggi ci siano dei figuri che detengono dei cani in queste orribili condizioni”. E’ senza parole Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto.  “Questo individuo, ma anche i suoi complici, meritano una pena esemplare”.

Credo di interpretare il sentimento di molti se mi sento in dovere di ringraziare il dottor Calzavara, i Carabinieri e le Guardie LAC ed ENPA che, quest’ultime a titolo gratuito, svolgono un compito importantissimo per il rispetto delle leggi. Per la legalità e la tutela degli animali. Che hanno un anima e un cuore. Proprio come noi.

La coccinelle sono tornate

ottobre 8, 2010

Le prime segnalazioni 2010 arrivano da Torreglia, sui Colli Euganei, da San Giorgio in Bosco e da Presina di Piazzola sul Brenta: le coccinelle sono tornate. 

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Mariano e Nazarena, in una mail scritta al portale Popolis, annunciano non senza ansia questa rinnovata invasione pacifica: milioni di coccinelle che si stanno insidiando negli stipiti delle finestre e in numero spropositato ogni giorno cercano di entrare in casa a caccia di calore.

Che fare? Loro stanno pensando di sigillare le finestre con del nastro adesivo. Il primo anno hanno dato la colpa al mancato trattamento contro gli afidi nel loro vigneto, ma quest’anno è stato tolto tutto per ripiantare e viti non ce ne sono poi tante.

Eppure…la pacifica invasione è ricominciata.

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E’ da un paio d’anni che siamo a caccia di una spiegazione scientifica e non di buon senso. Al momento l’unica certezza è che la protagonista dell’invasione – che interessa tutta la Pianura padana – non è la nostra tradizionale coccinella ma la Harmonia Axyridis, sua parente asiatica introdotta in Europa alla fine degli anni ’90.

Una tipa strana questa Harmonia.

Dall’insaziabile appetito per larve di afidi (non a caso è stata introdotta dalle nostre parti).
Super colorata (non a caso la chiamano Arlecchino)  gialla, rossa, arancione.
Innamorata pazza del partner (ottobrate di questo tipo la fanno figliare a meraviglia).
Paurosa del freddo (quindi alla ricerca di calore…nelle nostre case).
Convinta che la vita sia bella non solo in coppia ma anche in affollate comunità (quindi viaggia insieme a milioni di altre amiche).

Detto fra noi, non è un problema solo nostro.

I ricercatori ne hanno fatto conoscenza in Svizzera, nell’area di Basilea, nell’estate 2007. La scorso luglio la Gran Bretagna ne è stata invasa e neppure gli Stati Uniti se la passano bene. Il video qui sotto dà conto di quanto avviene in Colorado.

Comunque sia, visto che si tratta di un’extracomunitaria clandestina, qualcuno sono certa penserà a come rimpratriarla.

Gli occhi di chi vive nel buio

ottobre 7, 2010

Sono fedeli amici. Generosi, attenti, sicuri. Senza di loro il mondo al buio sarebbe più ostile e feroce.

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Oggi si celebra la quinta giornata nazionale del cane guida per ciechi. La giornata, istituita per la prima volta nel 2006, ha la scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e tutti coloro che incontrano quotidianamente le persone non vedenti, accompagnate dai loro cani guida.

A Selvazzano Dentro,.nel Padovano, alcuni angeli a due zampe preparano i futuri compagni pelosi di chi non vede.Grazie all’ associazione Puppy Walker, che sostiene la Scuola Triveneta dei cani guida, la terza in Italia.

Dal 2004, la Scuola ha preparato e donato trenta cani. Gli ultimi quattro sono stati consegnati domenica scorsa.

 La giornata dedicata ai cani guida, spiegano all’ Uic (Unione italiana ciechi e ipovedenti) è un’occasione importante per far capire quanto i cani guida siano gli occhi di chi vive nel buio. Il cane guida è un vero compagno di libertà, sempre disponibile e pronto ad assecondare le necessità di autonomia e di mobilità”.

Logo_Puppy.jpgPurtroppo però ancora oggi non esiste in Italia una cultura adatta ad affrontare situazioni in cui si ha a che fare con cani guida. Troppo spesso non viene permesso a chi possiede un cane guida di entrare in un ristorante, di prendere un taxi, di salire sul treno. Nonostante esistano leggi che lo permettono, anzi, che lo impone, visto che qualche anno fa sono state anche introdotte le sanzioni economiche. 

Troppo spesso il cane non viene accolto negli alberghi, nei condomini, sui mezzi di trasporto, nei luoghi di divertimento, nelle strutture sportive, nei cinema, mortificando i diritti di inclusione sociale, di libertà e di autonomia della persona non vedente. 

La cultura dell’accoglienza è ancora lontana.

La super gallina di Scandolara

ottobre 6, 2010

Per la verità questo sarebbe un post da blog sull’informazione…ma visto che, suo malgrado, protagonista è una gallina…mi sento in dovere (e in diritto) di scriverne.

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Ovviamente la locandina in questione è una bufala costruita ad arte dall’edicola-tabaccheria di Scandolara, frazione di Zero Branco, provincia di Treviso.

Un falso su misura per un cliente insoddisfatto dall’informazione locale:
 “Sempre brutte notizie quando vengo a comprare il giornale. Avrei voglia di uscire a mani vuote”.

Per non perdere un ennesimo lettore, la signora si è data da fare e, in suo onore, con la complicità di qualche gallina locale (e qui vi assicuro le uova in circolazione sono solo figlie di autentiche e fantastiche ruspanti) ha costruito la locandina.

Stupore, curiosità e appetito per tutti.

Caccia, mattanza veneta

ottobre 5, 2010

pispola1.jpgAlcuni ci speravano. Ma pochissimi credevano che il presidente Zaia e la giunta avrebbero spedito al mittente le pressioni della fortissima lobby dei cacciatori veneti, vicentini in testa con l’imprimatur del “padre politico” di tutti i cacciatori, Sergio Berlato. Ma, sapete com’è, si spera fino all’ultimo….

Si contava sul fatto che la Giunta avrebbe tenuto conto di quanto avvenuto in Consiglio regionale prima e dopo delle ferie estive, quando – grazie ai consiglieri di opposizione – la maggioranza non era riuscita a varare il provvedimento. E sulle migliaia di e-mail di cittadini veneti giunte in questi giorni a Palazzo Balbi. Compresa una lettera di Dacia Maraini.

Dopo l’ok  della Commissione consiliare competente, oggi la giunta veneta ha approvato la deliberache consente la mattanza nelle nostre campagne. Consente di sparare ai nostri uccelli: perché non sono solo dei cacciatori queste piccole creature. Pispole, peppole, fringuelli sono anche di tutti noi che questo territorio lo abitiamo insieme a loro. In pace.

ucciso.jpgDa domani a fine dicembre – va detto e ripetuto: in deroga ai divieti dell’Ue – ogni cacciatore può sparare a storni e fringuelli (al massimo 25 capi a giornata e 100 a stagione), peppole e frosoni (10 capi a giornata e 30 per la stagione), pispole e prispoloni (20 capi ad ogni giornata venatoria e 50 nell’intera stagione, poco male se al prispolone si potrà sparare per una sola settimana e solo fino a domenica 24).

La segnatura sul tesserino dei capi abbattuti deve essere fatta al termine della giornata, mentre i dati riassuntivi ai fini del monitoraggio dovranno essere compilati ogni 15 giorni.

I consiglieri Pdl e Lega hanno ribadito il sì a questa caccia, «profondamente legato alle tradizioni e alla cultura venatoria del Veneto».

Le opposizioni Pd-Idv-Sfv  l’illegittimità di una legge che ratifichi una deroga alle norme Ue e  l’inopportunità di «consentire stragi di volatili in nome di una tradizione che in realtà interessa solo un’esigua minoranza di veneti».

peppola2.jpg“La Regione Veneto”, spiega  Andrea Zanoni Presidente della LAC, “da oggi è l’unica regione d’Europa che, infischiandosene delle leggi, della giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea e di un processo a carico del Veneto, consente la caccia a questi piccoli uccelli protetti, dal peso di una decina di grammi, utili all’agricoltura e alle persone, perché anche ottimi divoratori di zanzare come nel caso della Pispola.

“Questa è una delibera che consente uno specifico reato di bracconaggio sanzionato dalla legge nazionale sulla caccia. Un reato che sanziona penalmente chi abbatte uccelli protetti”.

Ora si attende il ricorso al Tar delle associazioni ambientaliste. Per chiudere, speriamo il prima possibile, una mattanza certa.

Caccia: Dacia Maraini scrive a Zaia

ottobre 4, 2010

Tra le migliaia di lettere ed email che in questi ultimi tre giorni stanno arrivando al presidente della Regione del Veneto Luca Zaia – e che chiedono di non approvare la caccia in deroga (la Giunta ne discute la delibera il 5 ottobre) – c’è anche una lettera di Dacia Maraini.

La scrittrice chiede al Governatore del Veneto di rispettare le direttive comunitarie sulla tutela degli uccelli migratori.

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Se il Governatore volesse non ascoltare le pressioni dei cacciatori in deroga e far rispettare la legge avrebbe dalla sua parte la giurisprudenza, le leggi e il mondo scientifico. Per alcune semplici ragioni:
:
divietoCaccia.jpg1) la caccia in deroga è stata dichiarata illegale da una recente sentenza del 15 luglio scorso, la n.C-573/08, della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia a pesanti sanzioni.

2) la Commissione Europea, l’8 maggio 2009, ha deferito lo Stato Italiano alla Corte di Giustizia Europea (Causa C-164/09) per gravi violazioni della direttiva “Uccelli”, la 2009/147/CE, da parte delle leggi della Regione Veneto, chiedendone espressamente la condanna.
 

3) l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), con apposita circolare (n. 25225/TA61) ha demolito punto per punto sotto un profilo tecnico, scientifico e procedurale i contenuti della delibera sulla caccia in deroga del Veneto.

4) tutte le regioni italiane in seguito a questi pareri, sentenze e leggi hanno deciso, per ultima anche la Lombardia, di non attuare più la caccia agli uccelli protetti perché illegale. Il Veneto quindi, in questa scelta illegale, si troverebbe in una situazione di isolamento totale.

lacveneto.gifSecondo la LAC del Veneto autorizzare oggi la caccia in deroga significherebbe legalizzare il bracconaggio: difatti ogni cacciatore che dovesse uccidere un uccellino protetto nel resto d’Italia verrebbe sanzionato penalmente.
 
Nel caso di approvazione della delibera i legali della LAC presenteranno immediato ricorso al TAR del Veneto.

Questa mattina, intanto, la IV Commissione agricoltura e pesca del Consiglio regionale del Veneto, presieduta dal consigliere Davide Bendinelli, ha dato parere favorevole alla delibera.

Hanno votato a favore i consiglieri PDL, Lega e UDC, contrari i consiglieri di IDV, RC e PD.