Posts Tagged ‘cani’

Non abbandonarlo, adottalo…

agosto 18, 2010

Bella idea quella dell’Usll 20 di Verona….vai contro tendenza. In canile c’è qualcuno che ti aspetta.

xxx

Gino si è salvato, ma quanti non ce la faranno?

luglio 28, 2010

pastore_tedesco.jpg
Lo chiamerò Gino, ma non so davvero come si chiama. L’hanno abbandonato nel cuore della notte. Un sabato notte.

Hanno premeditato l’abbandono. Forse se ne dovevano andare in vacanza. Ci hanno pensato bene e spinti da un sospiro di pietà hanno scelto un posto più sicuro di una strada: il parcheggio recintato del negozio della Croce Azzurra di Scorzè.

thumbcreate.jpg
Qui i vicini l’hanno sentito abbaiaiare disperato all’alba della domenica. E l’hanno soccorso. Gino è un giovane pastore tedesco di circa un anno. Non ha neppure il microchip: impossibile quindi risalire ai padroni.

Per dieci giorni è stata dato in consegna a un negozio di ferramenta vicino alla Croce Azzurra. Per dieci giorni Gino è stato in cerca di un nuovo padrone. Scaduto quel periodo di tempo avrebbe dovuto finire in canile.

Invece ce l’ha fatta. Alcune decine di persone hanno risposto all’appello. Per Gino c’era solo l’ìmbarazzop della scelta. Oggi ha una nuova famiglia. Speriamo più amorosa e responsabile della prima.

Sono giorni di fuoco questi per gli animali domestici . Non solo per i cani, ma anche per gatti, canarini e perfino cavalli.
abbandono.jpg
334 1051030 è il numero che può cambiare la sorte dei nostri amici, da memorizzare sul cellulare e usare quando avvistiamo un cucciolo abbandonato.

Grazie all’iniziativa Io l’ho visto, fino al 31 agosto i team anti-abbandono,
formati da 3/4 volontari, su macchine riconoscibili percorreranno le autostrade italiane per recuperare cani abbandonati. Un sms al numero di telefono 334 1051030 agevolerà e aiuterà i volontari.

Nel 2009, in 5 settimane, Io l’ho visto ha salvato 353 cani grazie a 380 volontari.

Tempo di zecche e pulci: i consigli della naturopata

giugno 27, 2010

GattaTiziana.jpg

Ci siamo: con l’estate il problema di zecche e soprattutto di pulci dei nostri cani e gatti potrebbe aggravarsi.

alchemilla.jpgVolete un’alternativa naturale ai soliti (e costosi) prodotti? Ce la dà Alchemilla, la pagina su Facebook di Tiziana, naturopata per animali di Conegliano.

Il consiglio si chiama AHP (Animal House Protection), della Bruer: è fatto con olio di Neem, olii essenziali di arancio e menta, vitamina E. Tutti ingredienti naturali e commestibili, nessun problema se poi gli animali si leccano!

Si usa su cani e gatti. Protegge da pulci, zecche, zanzare e flebotomi. Ed è pure più economico: 14,70 per 5 fiale da 5 ml.

La spiaggia di Pluto: tutti al mare a Bibione dal 1 maggio

aprile 30, 2010

laspiaggiadipluto11.jpg

La Spiaggia di Pluto di Bibione inaugura la sua terza stagione consecutiva, e quest’anno lo fa con una marcia in più, visto che lo scorso febbraio è stata votata come miglior spiaggia per cani in Italia, aggiudicandosi il premio Accoglienza bestiale “Turisti a 4 zampe” indetto dal Ministero del Turismo.

Alcuni servizi offerti dalla dog beach sono stati giudicati eccellenti, tra cui l’attrezzatura, le attività per i quattrozampe e non da ultimo la gentilezza e disponibilità del personale. Soddisfazione ancora maggiore perché i voti on-line sul sito del Ministero sono arrivate proprio da loro, i turisti con cani al seguito che a partire dal luglio 2008 l’hanno visitata.


 La Spiaggia di Pluto è aperta dal 1° maggio al 30 settembre.  Si trova all’estremità est di Bibione e corrisponde al Settore 1. Vi si accede da via Procione. E’ giustamente considerata una delle peculiarità bibionesi, una vera chicca per i quattrozampe e i loro proprietari, dotata di ogni comfort. E a prezzi tutto sommato accessibili: al giorno dal 9,50 ai 18 euro per lettino, sdraio, ombrellone.

Gli ombrelloni – con apposito ferma guinzaglio – sono distanziati tra loro 5 metri e lo spazio riservato ai cani è superiore a quello consigliato dalle direttive ENPA l’Ente protezione animali. L’equipaggiamento prevede poi anche ciotole e sdraio su misura. Inoltre, la pulizia costante e la gentilezza del personale sono garantite.

Ai proprietari sono richiesti microchip, libretto delle vaccinazioni in regola e, da quest’anno, anche l’antirabbica. E ovviamente aderire a un regolamento.

laspiaggiadipluto10.jpg

Non solo mare e sole ma anche giochi. Anche per l’estate 2010 continuano i corsi gratuiti di educazione cinofila e percorsi di agility tenuti da addestratori qualificati e personale competente. L’appuntamento settimanale – ogni giovedì dalle 16.30 alle 18.30 – è in uno spazio apposito recintato e protetto dal sole, di 12 metri × 12 . Per informazioni: Franca Piacenza 348 3848970.  

Per Jago, ucciso da un boccone avvelenato

marzo 15, 2010

Jago_monte.jpg

Jago era un Golden Retriever di rara bellezza e bontà. Aveva tre anni ed era una forza della natura. Aveva il pelo lucido e lungo. Viveva con il suo padrone e mio amico Valerio (sono sue le immagini di questo post) in riva al fiume Oglio, al confine fra le province di Brescia e Cremona.

Jago_gattina.jpgIn tre anni Jago era diventato esperto di un sacco di cose. Andava in canoa, con tanto di salvagente annesso, su e giù per le sponde del lago d’Iseo o lungo l’Oglio. Scalava le montagne di neve sul monte Guglielmo. Giocava con attenzione con tutti i gattini che incrociava, nella sua cascina di Monticelli. Dormiva sempre fuori casa, in una cuccia sovradimensionata, quasi un castello, perché era stata di Olmo, enorme San Bernardo.

jago_canoa.jpgAnche quando andava in gita – sui monti a far sci d’alpinismo, sul lago o in mare con la canoa – aveva la sua cuccia separata da quella di Valerio: una piccola tenda che comunque sia aveva imparato a conoscere come casa di vacanza.

Quasi un anno fa Jago è stato ucciso da un boccone avvelenato, trovato poco lontano da casa, mentre era andato a far legna con Valerio. E’ stata una morte spaventosa. Che si è consumata nel giro di un quarto d’ora. Che non ha rispettato la corsa di Valerio dal veterinario. Le sue lacrime. La bava alla bocca di Jago. I rantoli. La sua disperata voglia e forza di vivere. La dignità di una sofferenza. No.

La morte se l’è portato via. Nello stesso modo in cui ogni giorno fa con migliaia di cani e animali selvatici: con il veleno. 

Nonostante la preparazione e l’utilizzo di questi bocconi sia vietata.  Nonostante l’Ordinanza,  del gennaio 2009,varata dalla sottosegretaria alla salute, Francesca Martini, cui va dato atto – indipendentemente da quale parte si stia politicamente – di muoversi sempre dalla parte degli animali.

jago_montisola.jpgA Verona, come in tante altre città d’Italia, c’è un coordinamento di associazioni e proprietari di cani che lotta contro questa barbarie. Che promuove petizioni, che dà conto, giorno dopo giorno, della carneficina che si consuma in quella provincia e in tutto il Veneto.

A Kora, che ci manca ancora da morire

febbraio 14, 2010

kora3.jpg

La prima volta l’ho incontrata in un posto orribile. Lo chiamavano allevamento. In verità era una sporca rivendita di cuccioli. Era in provincia di Padova. “Cuccioli d’oro” l’avevano chiamato quel posto orribile. Lei era l’unica della sua razza. Stava triste nell’angolo di un’enorme scatola puzzolente che brulicava di bassottini. Lei non faceva le feste e quando l’abbiamo guardata, ha appena volto lo sguardo verso di noi. Era magra e triste.

Non l’abbiamo scelta. L’abbiamo incontrata. Per caso. Solo per convincere un’adolescente dai capelli rasta di trasformarsi in una figlia normale. Era il classico ricatto genitoriale: va bene, troviamo una boxerina e tu, in cambio, ti tagli i capelli….

Così è stato. E quel giorno di aprile di undici anni fa, in quel luogo orribile, non ci ho pensato due volte . Ho pagato il “riscatto” (700mila lire nel 1999) e me la sono portata via. C’eravamo tutti quel giorno. Noi due e i nostri due figli. Un gran giorno perché Kora sarebbe stata il nostro primo cane di famiglia. Una boxer fulva di misteriori e sconosciute origini. Dopo Socchi, Peggy, Gaspare, Socchi2, Cleopatra che erano stati solo i miei cani.

Kora1.jpg

L’abbiamo fatta salire in macchina e per tutto il breve viaggio dalla campagna padovana a Venezia, lei non si è mossa dal sedile posteriore. Stretta fra l’emozione di Marta e Piero. Silenziosa. Sospettosa. Inquieta. In quel momento noi quattro non sapevamo che era malata (un inizio di cimurro) e neppure che era stata abbandonata dal suo primo proprietario che l’aveva tenuta neppure un mese per poi portarla, nel mezzo dell’inverno, a una famiglia di contadini che l’aveva lasciata sempre fuori al freddo. Lei, che aveva appena due mesi. E che poi l’aveva affidata in conto vendita a quel posto orribile.

Appena arrivati a Venezia l’abbiamo portata in un piccolo giardino, ai Papadopoli, sperando prendesse confidenza e iniziasse a correre e giocare. Come fanno tutti i cuccioli. Invece lei è rimasta lì ferma, imbambolata, con lo sguardo perso nel vuoto, all’ombra del Paleocapa.

Il giorno dopo era già iniziato il pellegrinaggio dai veterinai per salvarla dal cimurro. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti e Kora, giorno dopo giorno, ha cominciato a riprendersi. E ad avere fiducia. Ma non è mai stata un boxer giocherellona. Le sue “feste” erano sempre garbate. Non leccava mai. Il massimo delle sue dimostrazioni affettuose sarebbero state, qualche anno dopo, dei leggeri morsi sui polsi accompagnati da lunghi guaiti di felicità.

Con Marta, l’adolescente dai capelli non più rasta che ne diventò il capobranco assoluto, ha girato tutta l’Italia e l’Europa. Ha vissuto a Napoli, facendosi conoscere da tutto il quartiere spagnolo e facendo ben attenzione che nessuno si avvicinasse a Marta che nella città parteneopea studiava. La chiamavano Sergente perché era sempre sul chi va là. Ogni tanto risaliva lo stivale e ci veniva a trovare. In treno. In bus. Con mezzi di fortuna. Al seguito di Marta si è poi trasferita per lunghi mesi a Granada e ad Amburgo. Infine a Berlino dove sperava di aver trovato una casa definitiva.

Ma in Germania fa troppo freddo per lei e da tre anni si era riunita a noi e alla sua figliola Emma, nata quando Kora aveva tre anni. Era la sua meritata pensione. Forse Marta le mancava, anzi sono sicura che le mancava. Ma era così felice di vivere in un giardino assolato, di correre in spiaggia, per i campi, lungo il Piave e di avere la sua razione di cibo a orari regolari. Ogni tanto, quando la guardavo, mi sembrava sorridesse. Ormai aborriva anche la macchina: era il simbolo della partenza e lei voleva solo “stare”.

Il 14 febbraio di un anno fa, verso sera, come sempre ha avuto la sua meritata cena. Come sempre ha rubato il cibo dell’amica gatta, Zoe,  infilandosi con fatica sotto la credenza. Come sempre si è messa sul cuscino caldo e ha iniziato a russare. Soddisfatta.
kora2.jpg
Ma non si è più risvegliata. L’abbiamo trovata così, la mattina dopo, con la pancia in giù, una zampetta a sorreggere il muso, l’altra un po’ piegata. La posizione che preferiva di più quando si metteva davanti alla stufa. Aveva gli occhi chiusi. Il cuore, all’improvviso, aveva smesso di battere. Ci ha lasciato come era arrivata. Con discrezione. E’ passato un anno, ma Kora ci manca ancora così tanto…

Vittorio, un’adozione speciale. Almeno per me

febbraio 2, 2010

Quando Kora, la mia boxer di 10 anni, se ne è andata, nel sonno, ci siamo sentiti persi. Non solo Emma, la figlia, che con lei aveva vissuto e giocato, ma anche (soprattutto) noi umani. Ci mancava e, dopo quasi un anno, ci manca ancora. Noi eravamo distrutti ed Emma era stranita. Non la cercava. Perché, quella notte, l’aveva sicuramente vista andarsene e per lei la morte non rappresenta quel distacco atroce e incomprensibile che appare ai nostri occhi. L’aveva accettato.
In qualche modo sapeva che Kora non era uscita di casa per andarsene chissà dove, abbandonandola. Ma che era andata in un altrove dove tutti prima o poi andremo.

Più i giorni passavamo, più era triste Emma. Così triste che ci stringeva in cuore. Triste di stare da sola, tante ore ogni giorno mentre noi siamo al lavoro. Aveva bisogno di compagnia.
Emma_milna.jpg
Ho pensato in un primo momento di prendere un cucciolo. Ma ho desistito al pensiero che Emma, che l’anno scorso aveva quasi 8 anni, non avrebbe retto gli attacchi di una piccola peste. Poi ho cominciato a pensare all’adozione di un cane adulto. Ho contattato numerosi canili e lì c’erano mille occhi che mi guardavano. Troppi. Inquieti. Non senza sensi di colpa, non me la sono sentita.

Alla fine, navigando in Internet attorno ai boxer, mi sono imbattuta in Mariangela e nel suo allevamento Casa Lucrezia, sui Monti Berici. Ho visto i suoi cuccioli. Ho letto le belle storie di adozione di un cane adulto. Ho pensato e parlato con Emma, con mio marito e i ragazzi.

Poi, ho preso il coraggio a mille mani e l’ho contattata. “Per caso ha un cane adulto da dare in adozione??” le ho chiesto. La risposta è stata tutta in un nome: Vittorio, quasi tre anni e un’energia assolutamente positiva nella sua anima pelosa. Qualcosa mi diceva che avrebbe potuto essere lui il figliolo da adottare. Si chiama come il nonno che non ho mai conosciuto ed è nato lo stesso giorno di Emma, il 27 luglio, solo cinque anni dopo. Ed è tigrato come l’amato Gaspare di quando ero ragazza.

Vittorio_muso.jpgUn giorno di maggio – nove mesi fa – Vittorio è arrivato a casa mia. Il viaggio da San Giovanni a casa, nella campagna trevigiana, è durato un’oretta e Vittorio l’ha trascorso ansimando e guardando allarmato fuori dal finestrino. Si era fidato in qualche modo di me e di Mariangela che l’aveva convinto a salire in macchina, ma su quell’auto priva di odori amici, aveva paura.

Una volta a casa si è trovato di fronte un’Emma poco ospitale. Gli ha ringhiato per quasi una settimana. Lo guardava di nascosto e lo evitava accuratamente. Mentre lui, stupito e inquieto all’eccesso, girava per la casa e per il giardino senza mai fermarsi. Anche di notte. E ansimava. E se mi perdeva di vista, correva disperato in ogni angolo a cercarmi.  L’unica cosa che, in quei primi giorni ha fatto senza problemi, era mangiare. Meno male.

Per aiutarli a costruire un’amicizia, ogni pomeriggio andavamo a fare lunghe passeggiate per i campi. Loro, liberi di correre, non si sfioravano neppure. Infine, ed era martedì, cinque giorni dopo l’arrivo, ho sentito alle mie spalle movimenti e rumori strani. Mi sono girata e li ho trovati lì, sull’erba, abbracciati a giocare, a mordicchiarsi, a contendersi senza astio la pallina. Il ghiaccio si era rotto. Emma lo aveva accettato e lui ne era evidentemente molto felice!
Vittorio_Milna4.jpg
Da quel giorno, ora dopo ora, ho cominciato ad avere la netta sensazione che Vittorio si stesse ambientando. Ha cominciato a giocare con le palle, che prima ignorava, timidamente saliva sul cuscino della cuccia, mi rubava calze e scarpe (cosa che fa tutt’ora…a quasi un mese dall’inizio della suo nuova vita). Ora cerca perfino di portar via i giocattoli a Emma.

Dopo nove mesi di rodaggio sono certa che la sua nuova famiglia gli piaccia. La notte non la trascorre più vicino al mio letto ma sul cuscino vicino a Emma. Ma sembra ancora un cucciolo un po’ cresciuto che esplora cose e luoghi con una curiosità (spesso accompagnata da un certo timore) che fa tenerezza. In questi mesi ha scoperto il phon (l’aria calda mi inquieta), le palle (ci si gioca…caspita), le tartarughe (ah che paura!), la macchina (ci vomito perché mi fa affanno), il cuscino (però, è morbido), la fontana (fantastico fare il bagno), i cavalli (detestabili, troppo grossi), i gatti (che fanno, corrono? Li rincorro?) e l’amicizia (Emma è scorbutica, ma che leccate sopraffine mi sa dare).

Quanto a noi, spettatori e al tempo stesso protagonisti di quest’avventura, restiamo a guardare, a vivere con lui. E soprattutto a volergli bene. 

Vittorio_Milna1.jpg

Gli animali avvertono prima di noi i terremoti? Sì…guardate questo video

gennaio 14, 2010

Questo è un video ripreso con la telecamera interna dello Standard Times  durante una scossa di terremoto, sabato 9 gennaio a Eureka in California. Protagonista è Sophie, il cane di un redattore.

E’ vero che i cani, e gli animali in genere, avvertono prima di noi i terremoti? E  perché. Gli esperti spiegano che sono almeno due le ragioni. Da una parte la sensibilità maggiore e più intatta dei nostri animali che consentono loro di “restare in contatto” con gli eventi naturali. Dall’altra l’udito molto più sviluppato che permette loro di “sentire” le scosse più deboli che annunciano quella peggiore.

Rabbia: 42 casi in Veneto; i servizi delle Asl per la vaccinazione obbligatoria (entro il 31 gennaio)

gennaio 12, 2010

C’è tempo fino al 31 gennaio per vaccinare il proprio cane contro la rabbia.In Veneto sono oltre 230mila i cani che saranno vaccinati. Un’ ordinanza della Regione Veneto , dello scorso novembre, rende obbligatoria la vaccinazione, pena multe molto salate, da 1500 a 9mila euro.
rabbia.jpgLa maggior parte delle Asl venete si è organizzata per permettere ai proprietari di cani di spendere solo 5 euro a vaccinazione (contro le 20 che normalmente ti chiede il veterinario). L’Asl di Mirano ha messo a disposizione degli utenti un prezioso vademecum che spiega malattia ed emergenza.
Nel complesso la sanità pubblica spenderà 600mila euro per affrontare l’emergenza con la vaccinazione.

Non mancano le polemiche e le richieste, Come quella di nove associazioni animaliste che chiede la gratuità del vaccino per pensionati e per tutti coloro che non si possono permettere una sia pur minima spesa.

Personalemente non ho nulla in contro l’antirabbica. Emma e Vittorio la fanno ogni anno per potersi muovere con noi senza problemi. 

vittorio_ilgioco.jpg
La rabbia è ricomparsa in Italia nell’ottobre 2008; il primo focolaio è apparso nel territorio del Comune di Resia , in provincia di Udine, a seguito dell’evolversi dell?epidemia che interessa i paesi dell’Est, in particolare Slovenia e Croazia, dove da sempre ai cani che vi entrano, anche per vacanza, è richiesta la vaccinazione.

Nel corso del 2009 l’epidemia si è diffusa in direzione Sud- Ovest, comprendendo la province di Udine, Pordenone e Trieste, fino ai casi più recenti riscontrati nella provincia di Belluno lungo l’arco alpino. La prevalenza dei casi ha interessato gli animali selvatici, per lo più le volpi, che rappresentano il principale serbatoio della malattia. L’  evolversi dell’epidemia è tenuta costantemente sotto controllo dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie.

Alla data dell’11 gennaio sono 42 i casi accertati in Veneto. Tutti nella provincia di Belluno e, a parte un cane, un tasso e un asino, tutti su volpi:

Auronzo di Cadore (1 volpe)

Castellavazzo (1 tasso)

Cortina d’Ampezzo (1 volpe)

Comelico Superiore (1 volpe)

Domegge di Cadore (1 tasso)

Forno di Zoldo (3 volpi)

Longarone (1 cane – 4 volpi)

Lorenzago di Cadore (5 volpi)

Lozzo di Cadore (1 cane – 1 volpe)

Ospitale di Cadore (1 volpe)

Pieve di Cadore (3 volpi)

Sappada (2 volpi)

Sovramonte (3 volpi)

S. Nicolò di Comelico (2 volpi)

S. Pietro di Cadore (1 asino – 2 volpi)

S. Stefano di Cadore (3 volpi)

S. Vito di Cadore (1 volpe)

Valle di Cadore (2 volpi)

Vigo di Cadore (1 volpe)

Vodo di Cadore (1 volpe)

Solo nel trevigiano sono 27mila i cani iscritti all’anagrafe canina (quindi con microchip) da vaccinare.
Ecco il calendario messo a punto dall’Usll 7:
 
REVINE LAGO
11 gennaio Revine, dalle 10.00 alle 15.00 Corte Don Cumano

12 gennaio Santa Maria, dalle 10.00 alle 15.00 presso Area Verde

13 gennaio Lago, dalle 10.00 alle 15.00 presso la casetta della spiaggetta
 
VITTORIO VENETO
14 gennaio Val Lapisina, dalle 10.00 alle 15.00 a Nove

15 gennaio Val Lapisina, dalle 10.00 alle 15.00 alle ex Scuole a Longhere

16 gennaio Serravalle, dalle 10.00 alle 15.00 all’ingresso nord del Distretto

18 e 19 gennaio Centro e Costa, dalle 10.00 alle 15.00 all’ex macello

20 e 21 gennaio Val dei Fiori, dalle 10.00 alle 15.00 al Tendone Ass. San Daniele di Carpesica
22 e 23 gennaio San Giacomo, dalle 10.00 alle 15.00 alle ex filande

25 e 26 gennaio Ceneda e Meschio, dalle 10.00 alle 15.00 all’ex Mafil

TARZO
Dal 27 al 30 gennaio dalle 10.00 alle 15.00 nelle Scuole di fronte al Municipio

Veneto Orientale: le indicazioni dell’Asl 10
Alto Vicentino: le indicazione dell’Asl 4
Asolo, Asl 8
Belluno, la campagna di vaccinazione di massa dell’Asl 1
Treviso, il calendario dell’Asl 9

FFF, Friday For Fun: al maso con Balto

gennaio 8, 2010


Cucciolo_Valerio260.jpg

Il mio amico Valerio – fotoreporter, viaggiatore, alpinista, canoista, insomma un pazzo – da sette mesi ha con sè Balto, cucciolone di Golden retriever. Con lui, qualche giorno fa, si è dato allo sci d’alpinismo, salendo verso un maso a quota 1700 metri in Val di Sole, sopra il lago d’Iseo e la Valcamonica. 

Inutile dire che Balto, per la prima volta sulla neve, si è divertito da matti. Valerio pure. Guardateli: