Posts Tagged ‘Lega anticaccia’

Betti, la vita è più forte

novembre 30, 2010

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Eccola qui Betti, prima e dopo. Prima, quando viveva serena e molto amata sui colli di Collalto, nel trevigiano. E dopo l’intervento del veterinario che l’ha salvata dalla morte. E dalla mano feroce di un cacciatore che per qualche ragione difficile da comprendere si è accanito su di lei.

Betti è una piccola gattina soriana che in questi giorni spopola sulla stampa locale. Dopo essere scomparsa da casa per due giorni è tornata dai suoi padroni a Collalto con il musetto sfigurato.

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Il dottor Serraglio di San Zenone degli Ezzelini le ha rilevato una profonda ferita alla testa con la frattura multipla della mandibola e la lacerazione della piccola lingua.

La radiografia evidenziava numerose schegge del proiettile presumibilmente esploso da un fucile a canna rigata e a lunga gittata, utilizzato nella caccia ai caprioli.

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Betti è stata sottoposta a diversi e delicatissimi interventi chirurgici e ha subito diverse ricadute a causa di febbri alte. Inoltre è stata alimentata con le flebo per quasi un mese.

Con un primo intervento le sono stati inseriti dei cerchi per stabilizzarle la mandibola e il palato fratturati e le è stata ricucita la lingua.

betti2.JPGCon un secondo intervento è stata effettuata una plastica al palato per chiudere un buco di un centimetro di diametro che provocava alla bestiola infezioni e febbri alte.

“Sono consapevole che con tutti i problemi che ci sono al mondo qualcuno forse potrebbe non capire tutta questa caparbietà per salvare un semplice “gatto” – dicono i suoi proprietari Ornella Carnio e Livio Ceschin – ma dopo aver visto a cosa è riuscita a sopravvivere…Dopo due giorni nei quali è rimasta tramortita nel bosco, Betti è riuscita a ritornare a casa. Lei ce l’ha messa tutta, noi l’abbiamo solamente aiutata.”

La signora Carnio, grazie alla consulenza legale della Lega Abolizione Caccia del Veneto, ha presentato una querela contro ignoti, presso la stazione Carabinieri di Susegana, per i reati di maltrattamento animali e danneggiamento di animali altrui,

Bentornato pettirosso

novembre 29, 2010

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Ben ritrovato Pettirosso. Da qualche settimana eccolo lì, in giardino che alla mattina aspetta le briciole di pace. Saltellando da un ramo all’altro del prugno. E’ nel suo territorio. E’ tornato. Come fa ormai da qualche anno.

Dicono che i Pettirosso tornino nei luoghi dove sono stati bene. Anche in un piccolo giardino circondato da capi di radicchio. E per me, a ogni autunno, ricomincia l’attesa di ritrovarlo.

Se sia lui o un altro non lo so proprio. Ma nel cuore spero che sia sempre lo stesso. Che per questa ragione sia in buona salute e sia sopravvissuto sia al lungo viaggio che ai bracconieri.

Oltre l’80% delle vittime del bracconaggio è infatti costituito proprio da questi piccoli uccelli migratori che, a causa del disinvolto atteggiamento nei riguardi degli uomini, finiscono per essere ignare vittime di archetti, reti, trappole a scatto e quant’altro venga usato per ucciderli e mangiarli.

Le forme di cattura illegali sono una grossa piaga tutt’ora persistente in Italia, Veneto compreso.

Una piaga che la Lega per l’Abolizione della Caccia, in collaborazione con altre associazioni, contrasta da oltre dieci anni con un lungo, faticoso e paziente lavoro di raccolta e distruzione delle trappole e con la segnalazione di bracconieri alle autorità di polizia preposte.

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Dal 2000 la LAC ha raccolto e distrutto oltre 70.000 archetti, 700 reti e liberato centinaia di uccelli (pettirossi ma anche passere scopaiole, tordi, merli, cince ecc.).

I principali campi antibracconaggio si svolgono nelle valli bresciane (da settembre a dicembre), dove sono diffusi archetti e trappole a scatto in cui gli uccelli rimangono intrappolati per le zampe, spesso amputandosele e morendo dissanguati.

In Sardegna dove i bracconieri utilizzano trappole a cappio, poste sui rami di corbezzolo, in cui gli uccelli rimangono impiccati. Qui nel 2005 LAC ha portato a termine la triste raccolta record di oltre 20.000 trappole e un centinaia di reti.

La LAC, per far fronte ai costi legati all’attività di antibracconaggio (trasferte, spostamenti, attrezzature, ecc.), quasi sempre a carico dei volontari, può contare esclusivamente su donazioni e abbonamenti di persone sensibili al problema. Per questo è stata lanciata la campagna ‘Adotta un pettirosso !’

Con una donazione di 20,00 euro si contribuisce alla lotta contro il bracconaggio adottando virtualmente il simbolo, l’immagine di un pettirosso simpaticamente chiamato ‘Robin’, il nome inglese del pettirosso.

Insieme alla foto e all’attestato dell’avvenuta adozione, verranno inviate tutte le informazioni sulle attività svolte nel corso dell’anno, scaduto il quale l’adozione potrà essere rinnovata. 

Peppole e fringuelli: fine caccia?

ottobre 27, 2010

Il TAR del Veneto ha esaminato oggi il ricorso della LAC, la Lega anticaccia del Veneto, contro la delibera della giunta Zaia sulla caccia in deroga a sei specie di uccelli insettivori protetti: Pispola, Prispolone, Storno, Fringuello, Peppola e Frosone.

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Durante la mattinata si è svolto all’entrata del TAR, un sit-In al quale hanno partecipato diversi attivisti, quasi una cinquantina, di LAC, LIPU, LAV, ENPA, ANPANA, DINGO, WWF.

La discussione  in camera di consiglio – presenti i giudici della prima sezione del TAR Veneto Farina, Borea e Rovis –  è stata particolarmente lunga, quasi un’ora e mezza, e impegnativa. Il legale della LAC, avvocato Claudio Linzola, ha sostenuto in modo chiaro e determinato tutte le ragioni del ricorso contenute in ben sette motivi di presunta illegittimità.

La decisione del Tar è attesa per domani mattina.